Lollo presente

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Questo sito è dedicato interamente alla memoria di Lorenzo Comanducci.

Per Lorenzo sua mamma Lidia si dedica all'Africa.

"Mi chiamo Lidia Sforza, madre di Lorenzo, scomparso in un incidente stradale in motocicletta il 10 Ottobre 2004, nel tratto autostradale che unisce Roma a Fiano Romano. È proprio per lui che ho creato questa associazione benefica". Basterebbero queste poche parole per descrivere il personaggio Lidia. Le motivazioni che la spingono, la voglia di fare del bene per tenere vivo il ricordo di un figlio scomparso troppo presto. Lorenzo aveva solo 26 anni al momento del tragico incidente. Anche la dinamica del tragico evento, descritta da Lidia, è particolare. Una macchina senza un faro, Lorenzo che sorpassa e rientra, urta la vettura, sbanda e perde il controllo del mezzo: "Probabilmente mio figlio ha pensato fosse un'altra moto e non si è reso conto invece che quella che aveva appena sorpassato era un macchina senza un faro." Lidia è una donna, anzi, una mamma, come ce ne sono tante altre nel mondo, quelle che qualcuno chiama "madri coraggio". Donne che non si arrendono mai e che continuano a lottare anche dopo eventi devastanti. Rimettersi in gioco e portare avanti progetti, che alla maggior parte di noi sembrerebbero fuori portata, per loro è indispensabile. Lidia Sforza rientra perfettamente in questa categoria. Nel Dicembre 2005 è nata l'Associazione Lorenzo Chia-ama il Congo. Una associazione con uno scopo benefico, come si intuisce dal nome, con l'ausilio del vice parroco di Fiano Romano, originario proprio della capitale del piccolo stato africano, Kinshasa. Il primo progetto dell'associazione era di natura agricola: "Abbiamo comprato un terreno in Congo - racconta Lidia - raccogliendo circa 10.000 euro. Questo terreno è servito, e serve tuttora, ad insegnare un lavoro agli abitanti del luogo e per procurare il cibo con le coltivazioni. E andato lo stesso vice parroco di Fiano, con il presidente della nostra associazione, direttamente in Congo a comprare il pezzo di terreno." Il primo progetto di "Lorenzo Chiama il Congo" è andato in porto, ma Lidia e Lorenzo non si sono certo fermati. "Ciò che mi spinge - aggiunge Lidia - è avere la certezza che Lorenzo è ancora accanto a me. Era un ragazzo splendido. Ho mantenuto viva anche l'autorimessa di cui mio figlio era titolare. Aprire la mattina quel garage, che mio figlio amava moltissimo, rende ancora più vivo il suo ricordo. Per un anno non sono riuscita ad entrare in quella autorimessa, troppe difficile, ma poi ho deciso di portare avanti il progetto. In quel garage c'è lui. Sembra che il mio corpo sia diviso in due parti quando sono lì dentro. La sua presenza è costante e mi aiuta. "Il prossimo passo per l'associazione è raccogliere fondi per sistemare un ospedale e una scuola. "C'è già un ospedale in quella zona ma è fatiscente e non c'è un dottore stabile. L'unico che dà un ausilio medico è un infermiere che una volta alla settimana fa un giro da quelle parti. Lo stesso vale per la scuola. Manca un insegnante stabile che possa fare il suo lavoro e crescere i bambini della periferia di Kinshasa. Sono questi i miei obiettivi per i prossimi mesi. Sistemare l'Ospedale e la Scuola, assumere un dottore fisso e un maestro, partire per vedere con i miei occhi le condizioni di vita del Congo". Difficile frenare l'entusiasmo e la voglia di fare di Lidia. Sempre ín movimento. Titolare di un negozio di profumeria a Roma, gestisce l'autorimessa del figlio, si occupa dell'associazione e per finire, come se non bastasse, fa parte anche della Caritas di Fiano Romano. Se provate a chiederle come fa, dato che una giornata è solo di 24 ore, a portare avanti tutte queste iniziative contemporaneamente, la risposta sarà la seguente: "Non sono sola a fare tutto questo. C'è sempre lui, Lorenzo, accanto a me, e questo mi da una marcia in più. Mio figlio sarebbe stato orgoglioso. Il suo ricordo mi spinge a dare sempré di più, senza mollare mai."

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